martedì 20 maggio 2014

La vita degli altri

Quando guido faccio viaggiare la mia auto ma anche la mia mente, mi raccolgo nei miei pensieri, estraniandomi da ciò che sto facendo, tanto che poi, quando arrivo a destinazione, sono sbalordita dal fatto che io non riesca a ricordare di aver guidato.
Direi di essere quasi pericolosa per l'incolumità pubblica, ma in realtà io ci sono, consapevole e presente all'atto della guida, soltanto che la mia memoria in quel momento è impostata in modalità "dimensione introspettiva".
Come se il mio sé si estraniasse da tutto il resto del mondo.
La sensazione è magnifica e spaventosa allo stesso tempo.

Quando invece è qualcun'altro a guidare, questa modalità la avverto, sento il bisogno di stare in silenzio e guardarmi in giro.
I miei occhi fotografano il contrasto patetico e irruente tra uomo e natura, cercando di immaginare quello stesso scenario, magari, duecento anni prima.
Osservo la gente, i loro gesti, il loro modo di vestire e gesticolare, immaginandomi chi possano essere, cosa stiano dicendo, come sarebbe essere loro, vivere la loro vita.

Ma la sensazione più bella è all'imbrunire, quando nelle abitazioni si accendono le luci, i miei occhi scrutano e indugiano oltre quel vetro in quel lampo di secondo, cercando di carpire l'essenza, immaginaria, di chi li ci vive.
Non mi stupirei nel ritrovarmi a chiedere, a chi guida, di rallentare un momento, di modo che io possa assaporare meglio lo scorcio di vita là dentro.


Forse il mio è un disturbo della personalità, ladra colposa di privacy.
Forse.
O forse ho solo fame.
Mi piace troppo, ne sono ingorda.

Si, la mia è fame.
Fame di vita.

domenica 4 maggio 2014

Attimi sospesi





Giorni ovattati di realtà distorte
passeggio su nuvole che i miei piedi non avvertono.

Le voci lontane, i cuori vicini.

Percezione di un tempo che non ha tempo
ore, minuti, secondi

Sogno o son desta?
Forse son desta
che sia un sogno?